Uno degli aspetti distintivi delle manifestazioni politiche - realizzate dal movimento ecologista e femminista - negli ultimi anni è l'impiego di forme espressive perculiari, spesso eleborate come cultura propria all'interno delle diverse organizzazioni: si possono citare i caratteristici ed ironici cartelli di Fridays for Future, o le vere e proprie performance - come il Corteo delle Anime - che caratterizzano Extintion Rebellion. L'obiettivo di questo breve contributo non è trattare queste forme caratteristiche quanto di testimoniare le - assai limitate - occasioni a me note, nel contesto italiano, in cui è il canto la forma espressiva scelta (magari assieme ad altre) per accrescere l'energia e l'impatto delle manifestazioni. Proprio la limitatezza delle occasioni mi ha portato ad estendere la riflessione sulla presenza di canti politici in contesti diversi da quello delle manifestazioni di piazza: all'interno ad esempio di momenti essenzialmente artistici. Per produrre una sorta di perimetro teorico a questa breve rassegna inizierò richiamando il capitolo sul "Canto Sociale e Politico" offerto dall'etnomusicologo Roberto Leydi all'interno del libro I Canti Popolari Italiani (Oscar Mondadori, 1973). Un'ultima cosa prima di iniziare: la scrittura di questo post avviene in un contesto che, nel corso degli ultimi anni, si è mostrato sempre più repressivo nei confronti delle manifestazioni e dei manifestanti, fino all'attule proposta del DDL Sicurezza di cui ho già avuto modo di parlare qui, o di cui si trova una disamina in questo articolo.
La struttura del post è quindi la seguente:
1) Il canto sociale e politico nel canzoniere di Leydi
2) Canti nuovi
2.a) Avanti Uniti - Collettivo di Fabbrica GKN -
2.b) Ahi mamma la vita è dura - Extintion Rebellion -
2.c) Sarò L'Ultima - Non Una di Meno
3) Canti storici
3.a) Mammia mia Dammi Cento Lire -Troiso/Riso -
3.b) E La Nave Va - Michele Viviani -, Trenodia Pier Paolo Scattolin
4) Conclusioni
1 Il Canto Sociale e politico nel canzonieri di Leydi
Il libro "I Canti Popolari Italiani" realizzato da Roberto Leydi per Mondadori nel 1973 è una vera e propria raccolta di brani musicali - trascritti in partitura e commentati, suddivisi per caratteristiche tematiche o stilistiche -, una raccolta che vuole offrire un campionario di opere proveninenti dalla cultura orale. Esiste in questo testo uno specifico capitolo dedicato al canto sociale e politico, della cui introduzione riporto gli elementi essenziali:

Il canto politico/sociale è (era) una sorta di categoria recente dell'analisi etnomusicologica della cultura orale;
è considerato come il risultato dell'incontro della tradizione contadina con la nuova cultura proletaria formatasi nel vivo delle lotte sociali;
è una forma per definizione ibrida dove gli aspetti formali preponderanti sono quelli della cultura borghese (ovverossia- stilisticamente assomigliano più a canzoni moderne - canti corali o canzonette - che a canti della tradizione contadina);
il legame che ha con il canto di matrice tradizionale o contadino - se non è nella forma - è nella funzione strumentale e nel fatto che manifesta le contraddizioni della società divisa in classi;
il canto politico sociale è strettamente imparentato con il canto di lavoro, di cui per certi versi costituisce uno sviluppo. Il canto delle mondine ad esempio, è già esplicitamente canto politico/sociale.
il canto politico è tendenzialmente una espressione coerente della cultura politica che lo impiega, cioè dei partiti o delle organizzazioni che lo utilizzano.
Per esemplificare: tra i canti sociali e politici proposti da Leydi si possono citare due dei più famosi canti di emigrazione - Mamma mia dammi cento lire, Tutti mi dicon Maremma Maremma -, canti della resistenza come Bella Ciao, canti socialisti come La Canzone della Lega.
2) Canti Nuovi
Il cuore di questo post sono i tre esempi di canto politico e sociale che offro di seguito: nuovi brani raccolti all'interno di manifestazioni di piazza cui ho assistito nel corso degli ultimi anni.
2.A) Avanti Uniti - Collettivo di Fabbrica GKN -
Il primo canto che riporto è "Avanti Uniti", diffuso dal Collettivo di Fabbrica GKN.
Il video a fianco è stato raccolto direttamente da me; non sono riuscito ad ottenere informazioni sulla provenienza di questo canto ed offro quanto mi è possibile: il testo, ed una versione leggermente più intelleggibile rispetto al mio video, li trovate entrambi in questa pagina. Il Collettivo di Fabbrica GKN è una assemblea permanente operaia nata come reazione al licenziamento di 500 lavoratori avvenuta nel luglio del 2021 nella fabbrica GKN di Campi Bisenzio (FI): informazioni ed aggiornamenti sulla vertenza sono reperibili in questo sito e nelle loro pagine social; un sintesi al luglio 2024 si trova in questa intervista realizzata dall'associazione Bologna for Climate Justice; recentemente è stato approvata dalla Regione Toscana la "legge regionale sui consorzi indutriali" promossa dal Collettivo GKN e finalizzata a favorire le riconversioni industriali (informazioni qui).

Il video è stato raccolto in occasione della Manifestazione dei 10.000 stivali avvenuta a Bologna - il 17 giugno del 2023 - promossa come reazione all'alluvione che ha colpito la regione Emilia Romagna nel maggio dello stesso anno: la partecipazione del collettivo GKN a quell'evento testimonia la convergenza tra la loro lotta ed il movimento ecologista. Credo il canto vada messo in relazione con alcune iniziative di tipo artistico/culturale che si sono sviluppate all'interno delle attività promosse dal collettivo GKN tra cui il Festival della Letteratura Working Class (informazioni su questo evento arrivato alla terza edizione le trovate qui) e - ancor più aderente al tema di questo articolo - l'evento Saremo Coro, avvenuto nel dicembre 2023 e dedicato ai Canti Partigiani (qui il programma dell'evento, una sintesi in questo podcast, qui un video di un canto realizzato in quell'occasione).
2.B) Ahi Mamma la Vita è Dura - Extintion Rebellion -
Il secondo canto è parte di una performance realizzata da Extintion Rebellion, associazione ecologista, all'interno della manifestazione "Per Una Rivoluzione ambientale" avvenuta a Bologna il 17 ottobre 2020.
Raccolto dall'attivista Melissa Ferraro, il canto non è una presenza ricorrente nelle manifestazioni, come invece è il canto di GKN, ma - a quanto so - è stato una sorta di evento unico.

Aspetti caratteristici sono i seguenti: anzitutto, come si è detto, era parte di una perfomance di una decina di minuti circa, una sorta di rappresentazione teatrale di strada, dedicata all'industria dei combustibili fossili. Il canto è opera di un autore, il cantautore TaiPaz e - sorprendentemente - è quello che più evoca nello stile interpretativo e nella struttura il canto di lavoro.
2.C) Sarò l'Ultima - Non una di Meno
Presento qui un canto di cui non ho una versione registrata "di prima mano", ma che mi è stato segnalato in diverse occasioni. Si tratta di un brano utilizzato nelle manifestazioni dall'associazione Non Una di Meno, movimento transfemminista nato a Roma nel 2016, - ispirato dal movimento Argentino Ni una Menos - e dedicato al contrasto alla violenza di genere, al maschilismo e al patriarcato.
Questa rete ha realizzato manifestazioni ampiamente partecipate in tante città d'Italia, tra cui vale la pena di ricordare anche quelle avvenute a Bologna in occasione dell'8 marzo 2024.
La canzone presentata consiste nell'adattamento, con un testo nuovo, della canzone Statte Zitta di Mannarino. Il testo può essere letto qui. Ci troviamo in questo caso di fronte ad una pratica - usare musiche pre-esistenti con un testo nuovo che parla di un tema politico d'attualità - già diffusa nei Cantastorie e nei Fogli di Strada nell'800. Questo tipo di pratica è stata ampiamente sfruttata da Non una di Meno giocando ad un vero e proprio rovesciamento del senso rispetto al testo originale: in questa pagina del loro sito si trovano non solo slogan, ma testi "alternativi" di brani quali "Donne" di Zucchero o "La Bella Lavanderina".
Canti Storici
Per testimoniare la situazione attuale del canto sociale e politico credo opportuno citare la sopravvivenza di canti storici. Per raccontarne l'uso proporrei una sorta di tassonomia fatta di quattro opzioni:
la prima è quando i canti mantengono la loro funzione - come la definisce Leydi - strumentale, cioè si usano all'interno di manifestazioni politiche: l'esempio per eccellenza è Bella Ciao, assurto ormai a canto internazionale antifascista ed onnipresente nelle manifestazioni italiane degli ultimi 30 anni - il più delle volte nella versione registrata dai Modena City Ramblers;
la seconda possibilità si riferisce all'inserimento di questi canti all'interno del repertorio di artisti specializzati nell'interpretazione del patrimonio orale;
la terza possibilità è l'uso di questi canti come elementi all'interno di nuove opere artistiche;
oppure - quarta opzione - all'interno del reportorio di formazioni corali, tanto professionali che amatoriali.
Mi limiterò di seguito a portare esempi riferibili al secondo e terzo caso di questa tassonomia.
3.A) Mamma mai dammi cento lire - Troiso/Riso -
Si è detto come canti sociali e politici storici - come quelli appunto presenti nella raccolta di Leydi - facciano parte del repertorio di esecutori che mantengono viva la tradizione del canto di cultura orale; l'esempio che offro è quello delle signore Vincenza Troiso e Cosima Riso - portatrici della cultura polivocale salentina: in questo breve video eseguono insieme alla informatrice stessa che me l'ha inviato - Cecilia Fontanesi - il classico di emigrazione Mamma mia dammi cento lire. L'esecuzione si è data in un momento informale a seguito della lezione-concerto "Ritmi del Focolare" tenuta da Giuseppe delle Donne, ed organizzata da Leonardo Ciccarese ed Irene Scarlino nel comune di Ugento (LE) all'inizio del 2024.
L'impiego di canti politico/sociali da parte di artisti interessati al recupero del patrimonio orale è ben visibile fin dalla celebri proposte realizzate negli anni '60 da figure quali Roberto Leydi e Giovanna Marini. Come riferimenti di partenza consiglio il disco "Bella Ciao" di Giovanna Marini ed il libro (con CD e DVD) "Roberto Leydi e il Sentite Buona Gente" che testimonia - oltre alla ricchezza della riflessione culturale dell'epoca - lo straordinario spettacolo realizzato nel 1967 al Teatro Piccolo di Milano. (Squilibri Edizioni, Roma 2015). Per arrivare a interpreti recenti si può citare l'album del 2018 "Terra Pane Lavoro. Canti contadini di amore e lotta" realizzato dal musicista Rocco Nigro con tanti ospiti tra cui Rachele Andrioli, cantante ed autrice di cui ho parlato ancora in questo blog. Un altro artista di oggi interessato al canto di tradizione orale è Davide Ambrogio che nel suo album "Invocazioni ed Evocazioni", attinge alla dimensione di denuncia del canto politico sociale. Questo ultimo contributo tuttavia si colloca più propiamente tra quelli che attingono al patrimonio orale, per produrre però opere nuove e personali, di cui porto esempi nel prossimo paragrafo.
3.B) E La Nave Va - Michele Viviani, Trenodia - Pier Paolo Scattolin
Un'altra possibilità di uso del canto politico/sociale, è quella di renderlo un elemento all'interno di una nuova composizione. Nella mia canzone "E La Nave Va" - presente nel disco omonimo del 2019 - la melodia introduttiva è realizzata partendo da un canto di lavoro, il "ritmo per issare le vele" riportato nel libro di Leydi al n°89 . "Sono canti che i marinai siciliani impararono e usarono a bordo delle navi inglesi nel Mediterraneo. Queste navi, che incrociarono a lungo nei mari siciliani e napoletani per ragioni politiche, arruolavano infatti anche marinai siciliani. I canti sono in un singolare linguaggio anglo-siciliano, in massima parte incomprensibile". Rispetto alla melodia e testo riportati da Leydi ho prodotto delle modifiche sostanziali, a partire dal mix di linguaggio che ho cercato di ricreare: mi auguro però di aver preservato la sensazione di trovarsi di fronte a un canto marinaro.
Allargando l'orizzonte degli esempi è interessante citare Trenodia, opera del compositore Pier Paolo Scattolin (alcune informazioni qui): una composizione per coro ed orchestra dedicata alla Prima Guerra Mondiale. Accanto a musiche originali echeggiano nella composizione "frammentarie citazioni di melodie che erano cantate nella vita di trincea", da cui si vede bene la commistione - tipica del canto sociale - tra canzonetta e canto corale di cui parla Leydi citando il carattere "borghese" di questi canti. Nell'opera di Scattolin queste interpolazioni funzionano sia come evocazioni di ambiente, sia come occasioni di intensa espressione vocale, quali erano all'epoca.
4) Conclusioni: appunti per riflessioni future
Nella prima stesura di questo articolo, nel novembre del 2024, concludevo sottolineando come l'interesse nei confronti del canto politico e sociale nel nostro paese paia assai modesto, come testimonia il fatto di non essere riuscito a trovare un articolo recente sul tema e di essere dovuto andare a ritroso al testo di Leydi del 1973 per un'impostazione concettuale.
Nel corso degli ultimi mesi sono state tuttavia realizzate due iniziative editoriali che modificano - o quanto meno sospendono non avendole ancora potute leggere - quell' affermazione lapidaria: è uscito per il Saggiatore il libro "Bella Ciao, Una canzone, uno spettacolo, un disco" del giornalista Jacopo Tomatis: è possibile leggere la presentazione del libro qui. E' uscito inoltre per l'editore Interno4 "Il Canzoniere del Proletariato", curato da Massimo Roccaforte, che riunisce, nelle pagine e in due cd, buona parte di quello che fu il canzoniere di Lotta Continua: qui la presentazione del libro in un articolo sul Manifesto.
Aldilà di queste recentissime inziative, un interesse per il canto politico e sociale è stato manifestato in questi anni da siti quali Il deposito e Antiwar Songs, i cui responsabili sono stati tra gli animatori dell'iniziativa "Saremo Coro" organizzato con GKN e sopra citata.
Il canto politico sociale è sicuramente un fenomeno sfuggente, in questo post l'ho inteso in modo duplice: da un lato come ciò che si canta come repertorio specifico all'interno di una manifestazione politica, dall'altro come quella parte del patrimonio di tradizione orale etichettato come "politico sociale" dagli etnomusicologi ed impiegato in diversi contesti.
Il tema quindi va approfondito a parer mio secondo due direzioni: da un lato all'interno delle forme espressive dei movimenti politici attuali, dall'altro rispetto alla vitalità del repertorio di tradizione orale "storico" nella vita artistica. Mi limito a qualche riflessione sul primo di questi punti: sarebbe anzitutto interessante verificare l'ipotesi di Leydi di coerenza tra il canto e la cultura politica delle organizzazioni da cui viene impiegato; in secondo luogo sarebbe importante relazionare il canto con un fenomeno centrale della comunicazione politica attuale, ovvero i social media; infine si potrebbe riflettere sul rapporto tra il canto e il corpo all'interno dello spazio pubblico, essendo quella di corpo e di corporeità una delle categorie con cui si possono interpretare sia i fenomeni della massa politica, sia più specificamente iniziative quali scioperi della fame, blocchi stradali e perfomance che emergono come ricorrenti nelle iniziative dei movimenti.
Va ricordato infine che i fenomeni musicali esistono in relazione tra di loro, aldilà del loro uso strumentale o meno. Per cui per capire il senso dell'esecuzione di questi brani può essere utile relazionarle con le modalità con cui le persone vivono quotidianamente il fenomeno musicale e specificamente il canto: quindi la vitalità o meno del canto corale e la diffusione della musica in luoghi che non siano il privato o gli spazi da concerto.
L'acquisto dei miei progetti è il modo migliore per sostenere i contenuti di questo blog - in cui potete trovate recensioni, interviste ed articoli di approfondimento: eccoli di seguito!!!
E la Nave Va https://www.micheleviviani.com/elanaveva
Chamber Music vol.1 e vol. 2 https://www.micheleviviani.com/chambermusic
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