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Novità dal Mondo (9)

Un distillato di nuova musica, dagli ascolti degli ultimi mesi


1) Matteo Mancuso - The Journey - ( The Players Club, 2023)


E' il disco di debutto del nuovo fenomeno internazionale della chitarra, il palermitano Matteo Mancuso, nato nel 1996 e figlio d'arte. Un album che è la vetrina della tecnica e dello stile strabilianti di questo musicista - che ha già ricevuto attestati di stima di illustri colleghi (Al di Meola, Steve Vai..) e l'attezione degli esperti (RIck Beato) - un album che è soprattutto un gran bel disco con composizioni ben fatte ed eterogenee: la rockettara "Drop D", una "Open Field" degna di Pat Metheny, "Falcon Flight" che ricorda Allan Holdsworth ed alcune composizioni più prettamente jazzistiche ad opera del padre di Matteo. Ho avuto la fortuna di vederlo dal vivo e il disco, per quanto eccellente, è poca cosa rispetto alla carica live di questo musicista e del suo trio. Attendiamo fiduciosi che la stampa specializzata italica si allontani per un attimo dai conoscenti cui ha promesso articoli e si occupi di chi sa suonare come pochi.



2) Daniela Pes - Spira - ( Tanca Records, 2023)


Realizzato in collaborazione con Iosonouncane ad un primo ascolto mi è sembrato un prodotto in continuità con i lavori di quest'ultimo, di cui si sente l'impronta nella strumentazione e nell'arrangiamento, come nella forma aperta dei brani più interessanti. Se ne distacca per una serie di elementi: per la centralità del cantato e per quelli che sembrano i riferimenti musicali di partenza come la musica folklorica (Ca Mira), l'R&B (Illa Sera), la canzone pop (Laira). Paiono assenti invece il rock e la canzone d'autore italiana molto evidenti nella composizione di Iosonouncane. Il risultato finisce per avvinarsi molto di più all'ottimo disco di Davide Ambrogio - invocazioni ed evocazioni - che già ho citato più volte nelle mie recensioni. Un lavoro quello di Daniela Pes quindi che più che spiccare per originalità assoluta è in grado (si vede dalla vittoria al Premio Tenco come migliore opera prima) di fissare alcuni degli elementi migliori che si muovono all'interno della musica italiana a cavallo tra pop e ricerca e trasmetterli con un cantato curato ed efficace ed una presenza scenica originale e pensata a partire dall'abbigliamento. L'unica perplessità che mi lascia questo lavoro è nella scelta di usare una sorta di lingua inventata per i testi. Visto che le parole - la versificazione - sono elementi strutturali di queste composizioni non averne affrontato il significato finisce per lasciarmi la senzazione di un lavoro che non ha risolto tutti gli elementi che ha messo in moto. Attendiamo le prossime puntate.





3) Per Norgard - Symphony n°8, and other orchestral works - (BIS, 2023)


Al giorno d'oggi si scrivono ancora "sinfonie"? dipende dal punto di vista....di sicuro esistono ancora compositori che chiamano "sinfonie" alcune loro opere e che addirittura le numerano (prima sinfonia seconda ecc), forse puntando alla fatale cifra beethoveniana della nona. Ci potrebbe ancora provare - a scrivere la sua nona ed ultima - Per Norgard compositore danese più che novantenne che ha scritto nel 2012 l'ottava, brano che costituisce il 50% di questo bel Cd. Se il sinfonismo del periodo classico è celebre per la chiarezza formale, la musica di Norgard sembra piuttosto intricata e oscura, formicolante e sfuggente. Un flusso di suono cangiante dove gli appigli affascianti che a volte emergono finiscono subito per inabissarsi. Ho provato a leggere descrizioni del lavoro di questo compositore, ma tutti trovano difficile parlarne, pur non esitando a riconoscerne l'importanza per la scrittura orchestrale nord europea per cui Norgard costituisce un riferimento. Di questo CD -splendidamente eseguito e registrato - alla sinfonia preferisco comunque il primo brano Three Nocturnal Movements, una sorta di concerto per violino violoncello ed orchestra in cui il ruolo dei solisti e le loro personalità musicali sono in primissimo piano e in cui alla inesauribile esplorazione timbrica degli archi si alternano echi folklorici.




4) Samara Joy - Linger Awhile - ( Verve Records, 2022)


Il "Vocalese" è uno stile vocale Jazz potremmo dire opposto allo "Scat". Nello Scat il cantante imita l'andamento dell'improvvisazione strumentale adoperando sillabe o parole prive di senso, nel Vocalise invece si canta un testo vero e proprio sopra le note di una specifica improvvisazione ad opera d'altro artista. Si cantano quindi le note che per esempio ha suonato Charlie Parker in un registrazione, ma scrivendoci sopra un testo completo. Questo per introdurre il bel disco di Samara Joy Linger Awhile che trova a parer mio il suo vertice nel brano Nostalgia, appunto la versione in vocalise dell'omonimo brano composto&improvvisato da Fats Navarro. Fats Navarro è nato nel 1923, morto nel 1950 la registrazione di Nostalgia del 1947 (la trovate qui). Samara Joy è nata nel 1999 e con questo album ha vinto nel 2023 il Grammy come miglior esordiente e miglio album di jazz vocale





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