Brad Mehldau, Ride into the Sun (Recensioni 1)
- Michele Viviani

- 2 dic
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 3 dic
Si apre con questo post la nuova serie di recensioni che prosegue il lavoro intrapreso con la rubrica Novità dal Mondo
Brad Mehldau – Ride into the Sun – Nonesuch 2025
“Ma chi è Eliott Smith?” Ho avuto la fortuna di vedere quest'anno Brad Mehldau in un bellissimo concerto solista al Teatro Comunale di Carpi, concerto torrenziale in cui il grande pianista ha concesso numerosi bis ad un pubblico entusiasta. Oltre alle attese interpretazioni dei Radiohead, dei Beatles e di Bach - che sono parte integrante del suo repertorio – Mehldau ha eseguito in quell'occasione le sue versioni di almeno due brani di un autore il cui nome mi era totalmente ignoto e non sono riuscito a fissare in quel momento.
Ed ecco pochi mesi dopo l'annuncio di un album dedicato alle canzoni di Eliott Smith e quindi l’opportunità di scoprire chi fosse questo misterioso artista: un cantautore statunitense, nato nel 1969, attivo principalmente nella seconda metà degli anni '90, con uno stile ugualmente debitore dei Beatles e del Grunge, che ha ottenuto un significativo successo con la colonna sonora del film Will Hunting (Gus Van Sant, 1997) ed è morto, presumibilmente suicida, a 34 anni, lasciando una corposa discografia.
Ride into the Sun propone la rilettura di una decina di composizioni di Smith. La scelta operata da Mehldau sembra quella d'aver colto l'occasione di questo omaggio per offrire agli ascoltatori una panoramica delle situazioni e dei linguaggi sperimentati nel corso dei propri numerosi progetti discografici: il trio jazz, il piano solo, l'orchestra, le canzoni country-rock, il contrappunto. Il suo album Largo del 2002 costituisce il precedente più diretto di questo lavoro, credo tuttavia che siano ben identificabili - sia nello stile pianistico che nell'impianto sonoro complessivo - i risultati delle sperimentazioni realizzate negli ultimi anni, in album con quelli dedicati a Bach e ai Beatles o in Jacob's Ladder dedicato al progressive rock.
Da citare la bella copertina e il suono straordinario curato da John Davis: lo potete sentire nel migliore come nel più scassato degli amplificatori e questo disco suona comunque da dio. Ho iniziato ad ascoltare la discografia di Eliott Smith dal disco XO, di cui Ride Into the Sun presenta ben tre canzoni: è un album bellissimo. Grazie Brad, adesso vado ad ascoltare il resto.
Qui un'intervista rilasciata a Rolling Stones sull'album;
Qui il profilo di Elliott Smith su Ondarock
Qui l'album XO di Eliott Smith
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