Un distillato di nuova musica, dagli ascolti degli ultimi mesi
1) Brad Meldhau - Jacob's Ladder - ( Nonesuch, 2022)
Brad Meldhau è un musicista di ambito jazz con un linguaggio pianistico unico (in cui arpeggio e contrappunto s'intrecciano assai bene, basti sentire il suo bellissimo disco su Bach di qualche anno fa). Pianista che ha spesso inserito nelle sue opere per trio e per piano solo riferimenti al repertorio rock (Beatles, Radiohead, Nick Drake), negli ultimi anni ha iniziato l'uso di un parco sempre più ampio di tastiere e in questo ultimo lavoro ha manifestato in modo plateale la sua passione e conoscenza per il repertorio del Progressive Rock. Jacob's Ladder è infatti un progretto particolarissimo che ripropone alcuni brani di rock progressivo (dei Rush e Gentle Giant in particolare) e ne promuove un trattamento allo stesso tempo rispettoso e straniante. Si tratta di riconoscere le qualità musicali intrinseche di un repertorio (nei testi, nelle composizioni ed nell'approccio al suono) e metterlo a reagire con il proprio linguaggio personale. Insomma Meldhau è convinto che nel progressive rock ci sia grande materiale e che sia possibile trattarlo contemporaneamente come repertorio e stimolo alla sperimentazione. E' necessario di sicuro essere dotati di una gran dose di talento, una preparazione musicale ferrea e un bel po' di investimento in apparecchiature.
2) Santana - Africa Speaks (Concord Records, 2019)
Sei una star del rock dal 1969, hai suonato a Woodstock, il suono della tua band ha influenzato Miles Davis.....e al stesso tempo sei autore di ballabili per le balere di tutto il mondo. Hai suonato con John McLaughlin, Alice Coltrane e Wayne Shorter....e al tempo stesso hai fatto dischi trucidi come Supernatural. Non sei un ragazzino, ma hai ancora voglia di suonare e così il tuo miglior disco - secondo me - l'hai fatto giusto tre anni fa (di anni ne avevi 72) - quando nel tuo gruppo hai accolto una cantante (ed autrice) straordinaria come Buika. Tu sei Carlos Santana e il disco si chiama Africa Speaks. Bomba.
3) The Smile - A light for attracting attention - ( XL, 2022)
The Smile progetto parallelo o spin off dei Radiohead si presenta come la parte più attiva e celebre dei gruppo (Yorke + J. Greenwood) integrata dal batterista afro-jazz Tom Skinner e da riusciti arrangiamenti d'archi e fiati. Personalmente lo sto ascoltando da alcuni mesi e più volentieri sia di Moon Shaped Pool che di In Rainbows. Saranno i brani in cui il ritmo si inspessisce (the opposite, the smoke) , sarà la qualita dei sintetizzatori (the same) , sarà che molti pezzi hanno inaspettate code ritmico/armoniche (a hairdryer). Un lavoro piuttosto variegato e interessante come idee musicali e suoni, che sono riuscito ad apprezzare superato il primo impatto con il miagolio acquisito dalla voce di Yorke.
4) Amine Mesnaoui - Live - (2022)
Più o meno in contemporanea con l'esploit calcistico del Marocco ai mondiali 2022 ho letto su Musica Jazz un'intervista al pianista marocchino Amine Mesnaoui. Andato a ricercare il suo materiale mi sono imbattuto in questo bel concerto (curatissimo il suono e il video) che parte da musiche della tradizione arabo-andalusa (così dicono!) per un escursus assai piacevole che evoca un po' Jarrett un po' Einaudi.
5) Jane Sheldon - I am a tree, I am a mouth - ( Autoprodotto, 2022)
la soprano Jane Sheldon sostiene che la sua musica si focalizzi sull'esperienza degli stati alterati e trasformativi. la soprano Jane Sheldon ha fatto un disco di canzoni a due voci, droni molteplici e riverberi. la soprano Jane Sheldon ha musicato 6 poesie di Ranier Maria Rilke. la soprano Jane Sheldon ama Hildegard Von Bingen, i lieder e Marianne Amacher.
Se tutto questo ha scritto la soprano Jane Sheldon - ed io mi limito a riportarlo - aggiungo che canta molto bene e spero che prosegua nell'arricchire quell'universo notturno di cui questo breve disco - I am a tree, I am a mouth - è testimonianza.
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