Un distillato di nuova musica, dagli ascolti degli ultimi mesi
1) Suonatori della Valle del Savena - (In)fest-azione (Nota, 2021)
Dopo il disco di Maurizio Guernieri, di cui s'è parlato al n° 2 di Novità dal Mondo, un'altro prodotto a km0 che consiste in una bella ripresa di musiche tradizionali dell'appennino Emiliano. L'ho scoperta grazie alla meritoria azione della rivista Blogfolk. Qui trovate l'intero disco da ascoltare, e qui da acquistare.
2) Anna Webber - Idiom (Pi Recordings, 2021)
Dalla flautista, compositrice e sassofonista Anna Webber un doppio album con il primo disco in trio (flauto/sax, piano, batteria) ed il secondo con un ampio ensemble. Un Jazz contemporaneo in cui la varietà dei riferimenti (minimal music, progressive rock, alea) si accompagna ad idee compositive limpide ed al virtuosismo dei musicisti. Sotto un pezzo in trio, dalla carica eccezionale.
3) Julius Eastman - Femenine - Ensemble Wild Up (New Amsterdam Rercords, 2021)
Grazie a questo nuovo disco ho fatto la conoscenza con la musica di Julius Eastman: compositore statunitense attivo negli anni '70/'80 dalla tumultuosa vita musicale e biografica. Nero, omosessuale, mal considerato da John Cage, autore di brani con titoli quali "Gay Guerrilla", membro dell'ensemble vocale di Meredith Monk per cui partecipa alla registrazione dell'eccezionale Dolmen Music: ha realizzato un musica che - in questo album - sembra la perfetta fusione tra minimalismo e la jam jazzistica. Se la dimensione improvvisativa è parte del linguaggio minimalista, almeno nei casi di La Monte Young e Terry Riley, in questo lavoro diventa particolarmente esplicita per la pratica dell'assolo. Se ne trovano anche diverse versioni video su youtube mettendo "femenine Julius Eastman", a parer mio non a livello di questa eccezionale esecuzione.
4) Luca Calvetta, Il Paese Interiore (Autoprodotto, 2021)
Una frase corrente dice che la musica è un linguaggio universale: se così fosse ci troveremmo con tanti dialetti dalle confuse parentele e dominazioni. Forse la prospettiva etnografica - e quindi antropologica - è la migliore per inquadrare il fenomeno musicale, rispetto alla metafora linguistica. La musica come artefatto ed atteggiamento espressione di una cultura. Questa oscura riflessione per introdurre una novità non strettamente musicale, ma un video che - musicalmente - parla del lavoro di un antropologo. Condivido le parole dell'articolo de La Nuova Ecologia tramite cui ho conosciuto questo progetto: "Una partitura musicale, una poesia, un documentario. È tutto questo Il Paese interiore , il film di Luca Calvetta che narra la Calabria con le parole dell’antropologo Vito Teti attraverso la voce di Ascanio Celestini". Aggiungo che il documentario è impreziosito da alcuni interventi vocali di Anna Maria Civico su musiche di tradizione, ne trovate uno subito al minuto 2,20.
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