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Paesaggio Sonoro: il contributo di Bernie Krause


Quale contributo l'ascolto dei suoni della natura, o propriamente i suoni non umani, ha dato allo sviluppo della musica? La domanda risale all'interrogazione su come la musica possa essere nata. In questo post inizio un personale percorso sul tema, con l'ambizione ambizione di tenerne traccia a mio uso, o chi eventualmente possa essere interessato. Pensando ad esperienze contemporanee (intese come post-romantiche) l'evocazione di paesaggi e suoni della natura è presente ad esempio nell'opera di Debussy. Per quanto però riguarda l'integrazione vera e propria di suoni naturali nella composizione un nome centrale è quello di Olivier Messiaen, compositore ed ornitologo, che ha trascritto e inserito nelle proprie opere un vero e proprio catalogo di canti d'uccelli. Tra le esperienze più recenti si può citare John Luther Adams - attivista ambientale ancor prima che artista - la cui diversificata considerazione dei suoni e dei paesaggi naturali si è espressa in molte composizioni, fino alle più recenti Become Ocean e Became Desert. Discorso distinto, ma strettamente connesso, quello su John Cage: per quanto nella sua riflessione egli distingua essenzialmente tra suoni intenzionali e non intenzionali (più che umani e non umani), la sua sottolineatura dell'ascolto come aspetto centrale dell'esperienza musicale apre alla considerazione artistica del concetto di paeaggio sonoro.


In questo post voglio fornire alcuni riferimenti introduttivi per conoscere il lavoro di Bernie Krause #bernieKrause , di cui ho recentemente scoperto il contributo grazie ad un'intervista su #lanuovaecologia.

Krause ha iniziato la sua carriera come musicista "di studio", ed in particolare - con il suo socio Paul Beaver - ha introdotto il sintetizzatore Moog nella musica pop e nelle colonne sonore. Il duo ha lavorato in oltre 250 albums, tra i quali lavori di Van Morrison, Mick Jagger, Brian Eno, David Byrne, the Doors, i film Apocalypse Now e Rosemary’s Baby.


Dal 1968 ha iniziato a girare il mondo registrando i suoni degli organismi e più ampiamente degli ambienti naturali. Questo interesse - unito ad una formazione accademica specifica (un PhD in Creative Sound Arts e un internship Bioacoustica) - l'ha portato ad essere una delle figure che hanno implementato il concetto di "Paessaggio Sonoro - Natural Soundscape" all'interno dei progetti dei Parchi Nazionali degli Stati Uniti.


Potremmo dire che la sua ricerca verte nel trattare il concetto di ecosistema dal punto di vista sonoro. Quindi se un ecosistema è una "unità ecologica di base costituita da un determinanto ambiente e dagli organismi vegetali e animali che in esso vivono", l'interesse di Krause è coglierne la dimensione acustica e studiare come si trasforma, in particolare in seguito all'intervento umano, o più propriamente all'irruzione spesso violenta dell'elemento umano al suo interno.


Per conoscere il suo lavoro segnaliamo quindi questi contributi:


1) Un'intervista realizzata dalla rivista di Legambiente "La nuova ecologia" (in italiano). Vi si presenta in particolare l'installazione che fino al primo settembre 2019 sarà alla Triennale di Milano. https://www.lanuovaecologia.it/bernie-krause-piu-del-50-degli-habitat-registrati-nel-mio-archivio-non-esiste-piu/


2) Un'intervista realizzata alcuni anni fa dal National Geographic (in inglese), di cui segnalo due elementi.

* I due brevi estratti che confrontano i suoni del "Lincoln Meadow" nella Sierra Nevada prima e dopo un disboscamento selettivo (Selective Logging).

* I concetti che utilizza Krause per le sue analisi delle componenti del paesaggio sonoro: geofonia, ovvero le fonti sono non biologiche (il vento tra gli alberi, l'acqua nelle correnti, le onde nell'oceano); biofonia, il suono generato collettivamente da tutti gli organismi presenti in un dato habitat; e l' antropofonia, ovvero i suoni ["rumori”] prodotti dagli esseri umani ed in particolare dalle tecnologie che usano.


3) Infine segnalo un recente contributo che pone il problema di come il Cambiamento Climatico in atto possa modificare complessivamente il paesaggio sonoro della terra in tutti i suoi aspetti (Geofonia, Biofonia, Antropofonia). L'articolo è interessante in particolare nel momento in cui si sofferma sull'ipotesi concettuale di Nicchia Acustica, cioè sul fatto che in determinato Habitat ciascuna specie, in particolare quelle che utilizzano segnali acustici come aspetto rilevante della loro vita, ricopra uno spettro di frequenze tale da non sovrapporsi con altri fenomeni acustici.

L'articolo comunque traduce, negli interessi e prospettive scentifiche degli autori la preoccupazione per i violenti sconvolgimenti che tutti gli esseri, uomo compreso, già inizano a subire come conseguenza della liberazione nell'atomosfera dei gas clima alternanti da parte dell'uomo.




Segnali infine il sito con i progetti di Krause http://www.wildsanctuary.com/







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